giovedì 3 novembre 2011

...il soffio, il venticello, l'arietta, la brezza, lo zefiro.


"Si narra che anticamente ci fu un dio che decise di modellare un uomo con l'argilla della terra che prima aveva creato, e subito dopo, perchè avesse respiro e vita, gli soffiò nelle narici. Alcuni spiriti contumaci e negativi insegnano a denti stretti, quando non osano proclamarlo ai quattro venti, che, dopo quell'atto creativo supremo, il famoso dio non tornò mai più a dedicarsi alle arti della ceramica, una maniera contorta di denunciarlo per avere, semplicemente, smesso di lavorare. La questione, per la trascendenza di cui si riveste, è troppo seria per essere trattata semplicisticamente, richiede ponderazione, molta imparzialità, molto spirito obiettivo. E' un fatto storico che il lavoro di modellatura, a partire da quel memorabile giorno, non è più stato un attributo esclusivo del creatore per passare alla competenza incipiente delle creature, le quali, inutile dirlo, non sono attrezzate di sufficiente soffio ventilatore. Il risultato è che si è demandata al fuoco la responsabilità di tutte le operazioni sussidiarie capaci di dare, tanto per il colore come per la brillantezza, e addirittura per il suono, una ragionevole somiglianza di cosa viva a quanto uscisse dai forni. Sarebbe un giudicare dalle apparenze. Il fuoco fa molto, e questo nessuno lo nega, ma non può fare tutto, ha serie limitazioni, e persino qualche grave difetto, come sarebbe per esempio, l'insaziabile bulimia di cui soffre e che lo porta a divorare e ridurre in cenere tutto quanto si trova davanti. Tornando, però, al tema che ci occupa, alla fornace e al suo funzionamento, sappiamo tutti che la creta umida infilata nel forno è creta crepata in men che non si dica. Una prima e irrevocabile condizione la stabilisce il fuoco, se vogliamo che faccia ciò che da lui ci aspettiamo, ed è che la creta entri nel forno essicata, e ben essicata. Ed è qui che umilmente torniamo al soffio nelle narici, è qui che dovremo riconoscere fino a qual punto eravamo stati ingiusti e imprudenti quando abbiamo delineato e fatta nostra l'empia idea che il tale dio avrebbe voltato le spalle, indifferente, alla sua stessa opera. Si, è vero, dopo di ciò nessuno lo ha più rivisto, ma ci ha lasciato quello che forse era il meglio di se stesso, il soffio, il venticello, l'arietta, la brezza, lo zefiro, quelli che già stanno entrando dolcemente nelle narici delle sei statuine di creta che Cipriano Algor e la figlia hanno appena collocato, con ogni cura, sopra una delle assi a essicare. Uno scrittore, insomma, non solo vasaio, il suddetto dio sa anche scrivere bene su righe torte, non essendo presente per soffiare personalmente, ha fatto fare il lavoro per suo conto, e tutto affinchè la vita ancora fragile di queste terrecotte non debba finire per estinguersi domani nel cieco e brutale abbraccio del fuoco. Parlare di domani, però è solo un modo di dire, perchè se è pure vero che, un soffio solo è stato sufficiente all'inaugurazione perchè l'argilla dell'uomo acquistasse respiro e vita, dovranno essere tanti i soffi necessari perchè dai buffoni, dai pagliacci, dagli assiri con la barba, dai mandarini, dagli eschimesi e dalle infermiere, da questi che sono qui e da quelli che in file serrate si allineeranno su queste tavole, evapori, a poco a poco, l'acqua senza la quale non avrebbero potuto essere ciò che sono, e possano entrare sicuri nel forno per trasformarsi in quello che dovranno essere."
passaggio cruciale di quel sublime libro che è "La caverna" di Josè Saramago

6 commenti:

  1. Vedo che il mio antico suggerimento, di leggere "La Caverna" ha lasciato il segno...

    E visto che ti appassiona tanto la politica, oltre all'etica, ti consiglio di leggere anche "Saggio Sulla Lucidità", se già non l'hai fatto, sempre di Saramago.
    Un libro che potrebbe insegnarci qualcosa.

    PS Dato che nei giorni scorsi ho indegnamente usurpato il nome di Luther Blissett oggi ho pensato di firmarmi (naturalmente con un nickname che non sò se sarà definitivo).
    Ciao, Bunakara

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  2. Non potrò mai ringraziarti abbastanza Bunakara.
    Comunque GRAZIE davvero. her.etico

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  3. Cmq bisogna che lo rilegga "La Caverna", perché a volte mi fai venire il dubbio di non averlo capito davvero.

    E visto che parliamo di libri e di Saramago, che non so se si è capito, io amo profondamente, ti do un altro consiglio di lettura (poi basta perchè se no dibvento noioso e saccente): per me il più bello di tutti è "Il Vangelo secondo Gesù Cristo".

    Voglio fare un fioretto: prometto che il prossimo anno li rileggo tutti.
    Bunakara

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  4. Tutti in fila sulle tavole mentre il soffio penetra nelle nostre narici per trasformarci in ciò che dobbiamo essere....

    Perché a me sembra di vedere tante narici ostruite?

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  5. Caro Bunakara
    "Il vangelo secondo Gesù Cristo" è già pronto sul mio comodino. Appena finirò "La caverna",( ci metto un po' perchè certe parti le rileggo più volte)lo inizierò. Ho già letto anche "Cecità".
    Caro Dito
    sai qual'è il problema? Che il soffio non dobbiamo aspettarci che arrivi dall'alto, siamo noi ora creatori di noi stessi. Dura eh?

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  6. L'ho asoltata questa mattina e ritengo se sia molto in tema poichè anch'essa è soffio, venticello, arietta, brezza, soffio:

    "La sapienza è splendida e non sfiorisce, facilmente si lascia vedere da coloro che la amano e si lascia trovare da quelli che la cercano. Nel farsi conoscere previene coloro che la desiderano. Chi si alza di buon mattino per cercarla non si affaticherà, la troverà seduta alla sua porta. Riflettere su di lei, infatti, è intelligenza perfetta, chi veglia a causa sua sarà presto senza affanni; poiché lei stessa va in cerca di quelli che sono degni di lei, appare loro benevola per le strade e in ogni progetto va loro incontro"

    dal libro della Sapienza capitolo 6, versetti 12-16

    vi saluto energ-etica mente

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