lunedì 25 agosto 2014

Sempre

"Potrei essere piuttosto incazzato per quello che mi è successo, ma è difficile restare arrabbiati quando c'è tanta bellezza nel mondo. A volte è come se la vedessi tutta insieme, ed è troppa. Il cuore mi si riempie come un palloncino che sta per scoppiare. 
E poi mi ricordo di rilassarmi, 
e smetto di cercare di tenermela stretta. 
E dopo scorre attraverso me come pioggia, e io non posso provare altro che gratitudine, per ogni singolo momento della mia stupida, piccola, vita. 
Non avete la minima idea di cosa sto parlando, ne sono sicuro, ma non preoccupatevi: un giorno l'avrete."
monologo finale 
American Beauty


                                        Foto: Nicola Pellacani

Un uomo, è quasi un uomo.
Un uomo che quando ci siamo salutati all'aeroporto mi ha preso in braccio. Non ricordavo la bella sensazione che si prova ad essere presi in braccio. Ora credo che la conserverò per molto tempo.
Forse lo ha fatto perché sono piccola e leggera, in ogni caso, tra le sue braccia di figlio diciassettenne, mi sono sentita sicura; sicura che se la sarebbe cavata benissimo.
Sono una mamma orgogliosa da morire di un figlio che è partito da solo per andare lontano.
Lontano vivrà per mesi, in una città nuova, con una famiglia nuova. E andrà in una scuola nuova, con nuovi compagni. Forse non c'è nulla di speciale in questo ma vi assicuro che tutto cambia. Tutto diventa ragionevolmente nitido e bello.
Senza interferenze.
Da dieci giorni ci divide un oceano ma io lo sento comunque vicino.
Ora, quando ci parliamo, siamo solo una mamma e un figlio diciassettenne che hanno la semplice certezza assoluta di esserci. Sempre.

"Ho lottato a lungo con la mia giovinezza
abbiamo lottato così tanto per vivere nella verità."





venerdì 8 agosto 2014

EXTREMO

«Perché è la verità, Mark. Chiunque lo voglia davvero sa la verità. È solo che la maggior parte della gente non vuole saperla. Significa ascoltare ciò che viene dal profondo. La maggior parte della gente non vuole farlo. Ma le persone speciali ascoltano. La verità la senti, dentro di te. Ascolta. La senti sempre. Nella pioggia. Nelle frequenze morte fra una stazione e l’altra. Nel sussurro magnetico del nastro subito prima che cominci la musica. E nel suono che ti crea nelle orecchie il silenzio assoluto e completo: quel tintinnio luccicante, come un carillon alto nel cielo».
David Foster Wallace




In questi strani giorni di questa strana estate di questo strano tempo mi ritrovo a pensare spesso a quel desiderio che mi accompagna da un po' di fare un viaggio estremo.
Essendo un desiderio, dovrei prima di tutto andare a Roma per gettare una moneta nella Fontana di Trevi (che Angelica dice che per un desiderio grande bisogna lanciare almeno due euro). Lo so, la moneta unica realizza solo il desiderio di ritornare a Roma, ma noi abbiamo deciso che possiamo comunque provare anche con altre richieste rigorosamente segrete. (La leggenda narra anche che se lanci due monete la Fontana porterà una nuova storia d'amore e se ne lanci tre, addirittura un matrimonio. ("Per quindi" contate bene le monete prima di fare il gesto.)
Ma torniamo a me. Ho pensato che con quattro monete potrei azzardare la richiesta del viaggio estremo.
Per "viaggio estremo" intendo che vorrei tentare di ritrovarmi ad essere costretta a mettere in gioco tutte le mie capacità (e potrei anche capire di non averne) fisiche e mentali per la sopravvivenza.
Un viaggio senza mezzi di trasporto comodi o veloci. Con il minimo indispensabile per non avere troppo caldo e con il minimo indispensabile per non avere troppo freddo. 
Con il minimo indispensabile per non avere troppa sete o troppa fame.
Un viaggio che mi costringa a cercarmi ogni giorno un riparo per la notte e ogni notte una meta per il giorno dopo. Che mi faccia sentire forte la paura di perdermi che mi accompagna da sempre e mi costringa a ritrovarmi. 
Mi porterei un ago e un filo per cucirmi le ferite come faceva Rambo. 
Non so se la mia idea sarà efficace o si rivelerà un fallimento, ma l'obiettivo è quello di ricrearmi un mondo davvero difficile, primitivo, dove la lotta per la sopravvivenza sia all'ordine del giorno e l'emergenza la quotidianità. Dove l'uso delle mani sia fondamentale e l'arte di arrangiarsi un obbligo.
Non so ancora se lo voglio fare sola o accompagnata ma sento che sarebbe utile.
Utile e necessario come allenamento al futuro.

her.etico



riMani

Oggi voglio raccontarvi l’inizio di una storia. Una storia che in realtà non ha un inizio, e neppure una fine, perché è una storia circ...